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il telecomando di un auto
Il telecomando di una auto è un dispositivo elettronico che consente di inviare (ma non di ricevere) segnali ad un altro dispositivo situato a distanza. Il telecomando di un auto è in genere un oggetto di piccole dimensioni alimentato a batteria, fatto per poter essere tenuto agevolmente in una mano, o comunque trasportato facilmente da un luogo ad un altro senza necessità di spostare il dispositivo telecomandato.
Attualmente le funzioni dei telecomandi sono molteplici e svariano nei campi più diversi: l’uso domestico più comune è legato alla gestione delle funzioni dei televisori o di apparati hi-fi ma anche all’apertura/chiusura di porte e cancelli, nonché al comando di impianti di illuminazione. Un campo in cui il telecomando è usualmente impiegato è il modellismo ed altre svariate applicazioni sono possibili in numerose attività.
Indice
1 Storia
2 Tecnica
3 Protocolli
4 Ricevitori
5 Sensori
6 Altri progetti
7 Collegamenti esterni
Storia del telecomando auto
I primi telecomandi furono costruiti negli Stati Uniti poco dopo la seconda guerra mondiale: si trattava di telecomandi per un modello di televisore, al quale erano collegati con un cavo atto a trasmettere il segnale. I primi modelli di telecomando senza filo seguirono alcuni anni dopo, sostituendo gradualmente i precedenti. Il primo telecomando senza fili funzionale fu sviluppato da Robert Adler; era basato sull’utilizzo degli ultrasuoni ed era senza batterie dato che gli ultrasuoni erano generati in modo meccanico. Era comunque relativamente pesante e nel giro di poco tempo fu sostituito da telecomandi a batteria più leggeri e maneggevoli. Ciò che molti non sanno è l’invenzione in Italia di un apparecchio simile. Questo funzionava a cellule fotoelettriche era leggero e maneggevole ma la sua funzione era quella di accendere e spegnere il televisore a distanza per comodità. L’invenzione apparteneva a Claudio Parisi che decise di non brevettarla.[senza fonte]
Tecnica
Il telecomando è in grado di generare segnali elettromagnetici che possono essere captati dal dispositivo telecomandato attraverso un apposito ricevitore.
La scelta della frequenza di lavoro per il segnale, dipende principalmente dalla distanza fra il telecomando e il ricevitore: nel caso più comune dei telecomandi a breve raggio (da cinque a venti metri circa), se non vi sono frapposti muri od ostacoli fra trasmettitore e ricevitore, si utilizzano segnali infrarossi. La maggior parte dei telecomandi di questo tipo lavora con un diodo luminoso (LED) che emette luce infrarossa ad una lunghezza d’onda di 950 nm. I vari segnali codificati di cui può disporre, sono costituiti da gruppi di impulsi digitali emessi in successione, i quali costituiscono un segnale modulato ad una frequenza compresa fra 20 e 70 kHz. La modulazione, oltre ad evitare i disturbi, riduce il consumo di energia dell’emettitore.
Per distanze maggiori o nel caso vi siano ostacoli tra il punto di comando e il ricevitore, trovano impiego invece le onde radio (si parla in questo caso di radiocomando).
Esistono telecomandi per uso casalingo definiti “universali”, hanno la particolarità di poter essere impostati memorizzando i codici dei segnali di più telecomandi già in proprio possesso; per esempio, uno di questi può sostituire il telecomando del televisore, dello stereo e del ricevitore satellitare.
Protocolli
Ci sono molti protocolli usati per i telecomandi a raggi infrarossi. Tra i più diffusi tra i costruttori troviamo i seguenti: ITT Protocol, JVC Protocol, NEC Protocol, Nokia NRC17, Sharp Protocol, Sony SIRC, Philips RC-5, Philips RC-6, Philips RC-MM, Philips RECS80, RCA Protocol, X-Sat
Ricevitori [modifica]
Normalmente il ricevitore è integrato nel dispositivo (TV, VCR, DVD ecc) ma sono disponibili anche ricevitori stand-alone, che ricevono il segnale ad IR e restituiscono un codice su RS232 o altre interfacce seriali/parallele. Tra questo troviamo il RC5TO485, il RMT32 ecc. ecc.
Sensori
Sensore IR
Sono componenti elettronici in grado di “vedere” il segnale trasmesso dal telecomando, filtrarlo, amplificarlo e restituire in uscita il segnale modulante puro, pronto per essere decodificato.